Il potere, in tempi di globalizzazione, ha assunto la forma dell'economia. Se Max Weber, nella sua Etica protestante aveva individuato nell'ascetismo l'origine del capitalismo, al giorno d'oggi accumulazione e profitto non originano più dalla rinuncia ma dalla spinta compulsiva al godimento. Ora, l'uomo, in quanto essere fondamentalmente fine a se stesso, con il capitalismo è divenuto un essere-in-debito. La sua esistenza viene trasformata in una mancanza, in un vuoto incolmabile. L'indagine di Elettra Stimilli - filosofa all'università di Salerno - punta a riconoscere le origini culturali, filosofiche, religiose che costituiscono la sostanza della malattia radicale dell'essere umano che consente all'economia (mercato, imprenditori, forze produttive) di sottrarre ai singoli e alle comunità il controllo del loro destino. L'essere-in-difetto, in-colpa, in-debito senza che dipenda da noi, quasi si trattasse di uno stato preliminare che nessun tipo di scelta è in grado di riscattare. Sono queste le radici di un fenomeno che investe l'esistenza di ciascuno: da un punto di vista individuale e collettivo.