Nelle tante improvvisazioni, false previsioni e vere oscurità della vita
artistica c'è almeno una certezza quasi inconfutabile - se sei autore e
hai un cane, prima o poi, contro ogni ragionevole dubbio, accadrà:
dedicherai un'operetta all'amato animale. E' una questione di tempo, di
tempo passato con loro, le ore più indifese e i minuti più densi o
noiosi, persi nell'incomprensibile capacità di comprendersi per mezzo di
odori insospettati e intenzioni nascoste.
Yona Friedman, grande architetto ebreo ungherese e da sempre residente
in Francia, autentico visionario che non hai quasi mai costruito nulla,
indomito utopista che ha immaginato praticamente tutto, ha dato alle
stampe il libro definitivo sui cani, smilzo volume di immagini e
didascalie tradotto in Italia da Quodlibet, e la cui paternità viene
accreditata giustamente anche al pastore-dobermann Balkis, che lo ha
accompagnato fino ad un paio di anni fa (Friedman ne ha 88).
Da sempre Friedman sostiene una meravigliosa teoria sulla percezione
visiva dei cani: i quadrupedi guarderebbero in modo olistico, quindi
senza soluzione di continuità fra gli oggetti, i soggetti, gli spazi, i
colori, A guidarli nella distinzione necessaria all'orientamento, com'è
noto, sarebbe l'olfatto.
L'idea che il mondo sia una enorme macchia indistinta in cui tuffarsi
annusando a perdifiato, per una vita intera, è meravigliosa: e
altrettanto illuminanti sono i disegni che pagina dopo pagina compongono
un sussidiario illustrato della relazione "homo sapiens-canis
familiaris".
Il segno di Friedman è semplice: le zampe, il corpo del padrone, gli
elementi quotidiani come ciotole, sedie, tavoli, sembrano frammenti di
archi elementari e netti.
I cani sono gli animali più multidisciplinari che ci siano: i loro sensi
sono tutti sesti, come volte di un'architettura biologica fatta per
anticipare, sopravvivere esvicolare dal mondo.
Nel libro di Friedman a ogni riquadro tratteggiato corrisponde una
brevissima frase, icastica, dolce, ironica, prescrittiva: diventare suo
padrone è un onore che devi meritare,
Un cane che si sente rassicurato è come nel paradiso dei cani e infine
quella con cui si chiude: Lo sguardo del tuo cane farà di te una persona
davvero mirabile.
Chi detesta i cani detesta la gratuità nella sua forma più intima: e chi
non amerà questo libro ha un serio problema con una delle forme di
saggezza.