Recensioni / I cinesi innamorati tra i bestseller di Pechino che non leggeremo mai

Sono sbarcata a Pechino con due obiettivi in mente. Visitare la tomba di Matteo Riccie conoscere gli scrittori cinesi...

Padre Matteo Ricci, il maceratese che divenne Li Madou, è notissimo in Cina e ormai anche in Italia, dopo le celebrazioni che si sono tenute lo scorso anno per il IV centenario della sua morte. E' stato un ponte fra due mondi, ha diffuso in Cina la letteratura classica, l'astronomia, la matematica, la geologia dell'Europa a lui contemporanea,ea sua volta ha studiato la cultura cinese, fino a farsi mandarino. Oggi che la Cina si è aperta all' Occidente è un simbolo rispettato. Ma io ho un debole per coloro che mancano i loro sogni: così non mi colpiscono tanto i suoi successi, quanto la sconfitta. Gli visse accanto per anni, ma non poté mai coronare il suo sogno di vedere l'Imperatore. Alla fine arrivo davanti a un gruppo di edifici che ospitano il Collegio Amministrativo di Pechino. La tomba è in un parco lussureggiante, su una collina. Ma non ci arriverò: non mi sono organizzata, non ho preso appuntamento. Il Collegio ospitava la scuola ideologica dei quadri del partito. L'intellettuale gesuita che voleva convertirei cinesi giace per l'eternità nel cuore del comunismo come un insetto in una goccia d'ambra. Al ritorno, gli ho reso omaggio leggendo la sua Descrizione della Cina (Quodlibet). Ammirato e lucido, Ricci descrive usi, costumi e leggi dell' epoca Ming. Di sfuggita annota: "E tutto il loro trattare è una eterna politia di belle parole senza la verità dell'amicizia et amore che sia dentro al petto". Forse anch'io, invitata a parlare d' amore, ero una missionaria votata a mancare lo scopo del viaggio? Le ragazze, mi hanno detto mesti gli studenti di Pechino, vogliono un marito ricco, la casa. Su un unico amore convenivano. Quello per il proprio paese. La Cina è amata.