Recensioni / Megastrutture erette su una fragile utopia

Per Koolhaas il «Grande Edificio» è il solo in grado di ricondurre all’ordine la frammentazione urbana (sprawl) coesistendo con la città nel suo assoluto gigantismo. L’architetto olandese, nel segno salvifico della teoria del Bigness, che ingloba e neutralizza la realtà, ha dichiarato che solo nella grande scala «l’architettura può dissociarsi dagli esausti movimenti ideologici e artistici delmodernismo e del formalismo, per riacquistare la sua strumentalità come veicolo di modernizzazione». È noto come la retorica astratta del conciso manifesto di Koolhaas trovi i suoi precisi riferimenti in Asia: così, nello scritto Singapore Songlines spiega quali siano le vicende dalle quali derivano le sue tesi. Che non hanno nulla di utopico poiché si fondano sul programma edilizio messo in atto nell’isola asiatica: tra i più pragmatici e cinici della modernità e di tutto l’Oriente.