Recensioni / I mille volti dell'Europa

All'indomani della fine del secondo conflitto mondiale Erich Auerbach, il grande filologo romanzo emigrato negli Stati Uniti, si chiedeva quale fosse l'identità europea. Essa, diceva, è inscritta in una "felix culpa": quella della molteplicità delle lingue e delle credenze, radicate però in una comune tradizione risalente al medio evo, all'Europa di Dante e di Carlo Magno e poi al sogno umanistico della classicità pagana. Unità e molteplicità straordinariamente ricche quanto fragili e in pericolo. Oggi ne riscopriamo il senso problematico (vedi Filologia della letteratura mondiale, Boook editore 2006 e, appena riedito presso Quodlibet, il vivace scritto del 1946 di Gianfranco Contini, Dove va la cultura europea?).