Recensioni / Inviato specialissimo

L'elegante resoconto della prima delle Rencontres internationales di Ginevra sceneggiato con cesellata tessitura critica da Gianfranco Contini non nasconde le vibrazioni di un’appassionata partecipazione personale. Il molto speciale inviato – nel settembre 1946 – in terra elvetica era posseduto da una febbrile curiosità. Si avverte nella sua scrittura una tensione interrogativa che dà al lungo articolo scritto per la “Fiera letteraria” il respiro di un’alta testimonianza.

Il puntuale apparato di note che accompagna l’esemplare edizione curata da Luca Baranelli e il contributo di Daniele Giglioli, che ne commenta alcuni temi portanti soccorrono nella comprensione di un testo tutt’altro che lineare.

Contini non era nuovo alle dispute tra protagonisti di un variegato pensiero plurale. Il ritrattino, ad esempio, che qui egli traccia di Julien Benda, “invecchiatissimo – riferisce – dal congresso di fronte popolare ‘pour la défense de la culture’ di dieci anni fa” è sicuro indizio di una sua attenta presenza al I Congresso degli scrittori antifascisti tenutosi alla Mutualité di Parigi nel giugno 1935. Sono debitore del prezioso rilievo a Sandra Teroni, che di quell’assise ha presentato (nel 2005, in collaborazione con Wolfgang Klein) tutti i testi ed è conoscitrice autorevole dell’opera di Benda: e non si tratta di un dettaglio utile solo per approfondire la biografia di Contini, che in effetti si trovava, ventiduenne, a Parigi nel biennio 193435 per seguire i corsi di Joseph Bédier e per lavorare al suo Bonvesin da la Riva. Le tematiche che furono alla base di quell’appuntamento risuonano in riva al lago di Ginevra e alimentano alcuni degli animati Entretiens che facevano seguito alla conferenze (segue...)