Gilles Clément, paesaggista filosofo, immagina lo stupore di chi, in un
secolo a venire, si imbatta in immagini di siepi potate, getti d'acqua,
balaustre e chioschi – ornamenti ormai desueti, come le parrucche
incipriate, giacche e cravatte. Mentre quanto l'epoca ventura chiamerà
giardino passa ai giorni nostri per natura.
Teorico della terra come bioma planetario in movimento perenne,
irriducibile a recinzione, in Breve storia del giardino Clèment attinge
alla preistoria per delineare il futuro. Nel 1974, viaggiando tra i
pigmei alla ricerca di Papilio antimachus, assiste al passaggio dal
nomadismo alla sedentarietà: il primo recinto della storia, un orto.
Ecco sfatato un luogo comune: il giardino non nasce dalla ricerca di un
ozioso paradiso perduto, ma da bisogno alimentare. Non c'è utopia
teatrale traboccante di fontane e di grotte che tenga: perfino a
Versailles il più tecnico e spettacolare dei giardini rimane il Potager
du Roi. Nulla potrà mai cancellare l'urgenza e la legittimità dell'orto,
nonostante l'Ottocento pudico abbia tentato di nascondere, con le gambe
dei tavoli, la realtà nuda di un affamato corpo a corpo con la terra.
Come gestire il patrimonio di giardini e orti storici? Accontentarsi,
privi della forza lavoro del passato, di preservarne l'immagine con
tecnologie chimiche pare a Clément inaccettabile. Meglio individuare
metodologie compatibili con la nuova consapevolezza ecologica: anche a
costo di smussare il disegno lasciando inerbire certi passaggi. Una
sfida è stata per lui ideare soluzioni che preservassero lo spirito di
libertà nell'orto geometrico, liscio eppure "sovversivo" creato da
Alexandre de La Rochefoucauld a La Roche-Guyon.
Un giardino è incompatibile con la nozione di museo: è cosa viva, un
curatore sbaglierebbe a considerarlo mera architettura. Clément chiede
per quanto tempo ci affideremo alla chimica, rifiutando l'aiuto gratuito
offerta dalla natura a patto di conoscerne le dinamiche. La sfida, per i
giardini storici, è conciliare memoria ed ecologia. Ma anche inventare
nuove modalità: giardini che siano anche depurazione delle acque di
lagunaggio, come ad Harnes, oppure bonifica di siti industriali come a
Duisburg nella Ruhr. Il compito è proteggere la vita minacciata su ogni
fronte.