Recensioni / L'opera di Simmel

In uscita da Quodlibet (sarà in libreria il 6 maggio prossimo) è anche il “Goethe” di Georg Simmel (pp. 288, euro 28), una straordinaria fusione tra un gigante della letteratura e un filosofo tra i più acuti – e purtroppo dimenticato – vissuto a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Simmel è infatti l’ispiratore di quella “filosofia della vita” che pone in contrasto le forme rigide alla vita che è energia e che, in quanto tale, tende a modificare appunto la forma. Una tesi ripresa con grande originalità e rilanciata in Italia da Adriano Tilgher, che la applicò al teatro di Luigi Pirandello. Questo “Goethe” è una monografia che Simmel scrisse nel 1913, in cui tende a dimostrare <il lato più armonioso e conciliativo> dell’antinomia tra vita e forma. Il volume è curato da Michele Gardini, che firma anche un’esauriente e chiara introduzione. <Nel sommo scrittore tedesco – si legge – Simmel vede il conflitto altrimenti mortale tra vita e forme ricondotto a una perfetta fusione tra l’uomo e il suo mondo, tra recepire e plasmare, tra la potenza dirompente della passione e la compostezza classica della figura>. In questa visione, dunque, i valori si calano nella vita stessa.