Nella notte, in un’irmprecisata villeggiatura in una casa di cartone,
una «verbigerazione» molesta e irritante dice: — schioppate il
professore. E: — schioppatelo Otero Otero Aloysio Aloysio». È «un ignoto» che lo ripete con una musicalità unica, spesso rotta, ispirata alle
scritture manicomiali, rivolgendosi all'insegnante Otero Aloysio che
prova disperatamente a tenere un diario dove realtà e «sognamento» si mescolano senza tregua, Tra l'apparizione di
fantasmi arroganti come Famini, aeroplani che parlano e altri maestri
che fanno scherzi e che vogliono che Aloysio sposi l'obesa direttrice
Lavinia Ricci, ritorna in libreria Comiche (Quodlibet), il romanzo che
nel 1971 segnò l'esordio di Gianni Celati. Apparso grazie a Italo
Calvino ne «La ricerca letteraria», la collana di Einaudi
che attraversava con copertine dai colori fluo letteratura sperimentale e
semiologia, la nuova edizione a cura di Nunzia Palmieri ne ricostruisce
la genesi poetca e offre alcuni assaggi delle riscritture, più sciolte
ed erotiche, che ne fece lo stesso autore.
Un'occasione per entrare in uno dei più affascinanti laboratori della
scrittura italiana e per ritrovarsi immersi in un mondo dove lingua e
gesti rappresentati congiurano a sovvertire con una risata il mondo. È
la poetica della «bagarre», come scrisse Calvino nella postfazione alla
prima edizione, per cui ogni situazione si risolve in un climax di bastonate e inseguimenti figlio di certo cinema comico: da Laurel & Hardy, ai Marx Brothers, a Jacques Tati.
Quarant'anni dopo, ci si chiede dove un esordio simile, di non immediata lettura, avrebbe trovato oggiun editore.
La risposta, probabilmente, è da nessuna parte: un po’ perché mancano certe collane, un po' perché forse non ci sono i lettori. lntanto, il «diavolerio» celatiano è tornato: godiamocelo.