La crisi del marxismo dopo gli anni Settanta e l’esigenza di rifondare, in chiave anticapitalistica, la dialettica materialistica sono i temi portanti del saggio di Marco Gatto “Marxismo culturale” (Quodlibet)
La crisi economica internazionale, innescatasi nel 2008 e di cui ancora
non si intravede la fine, ha determinato, tra le altre conseguenze,
anche la ripresa di interesse tra gli studiosi per la filosofia di Marx,
forse troppo frettolosamente accantonata alla fine degli anni Settanta.
Tra i saggi filosofici più significativi recentemente pubblicati,
segnaliamo ai lettori Marxismo culturale. Estetica e politica della letteratura nel tardo Occidente (Quodlibet,
pp. 324, € 26,00) di Marco Gatto, assegnista di ricerca presso il
Dipartimento di Filologia dell’Università della Calabria. Riportiamo di
seguito una nota esplicativa tratta dalla quarta di copertina del libro.
Negli anni Settanta, quando in Europa se ne decreta il fallimento
politico, il pensiero marxista si ritira nella prigione dorata della
teoria culturale e della riflessione estetica. La letteratura, in
particolare, diviene un oggetto d’analisi costante. Alla sconfitta
ideologica, si accompagna un’esplosione del marxismo in mille frammenti
disciplinari, che ne sancisce una pacifica aderenza allo spirito dei
tempi. Il riferimento diretto ai testi di Marx diventa scarno,
indebolito nella sua portata politica. Questo libro rileva la
consistenza di tale involuzione, la contesta, ma si sforza anche di
comprenderne i presupposti. Li coglie nella penetrazione dello
strutturalismo e delle sue logiche nella concezione materialista,
provando a sostenere che la crisi del marxismo vada di pari passo con la
tentata distruzione del pensiero dialettico. Da qui una proposta
teorica tesa a riabilitare la matrice hegeliana e totalizzante della
riflessione di Marx e a suggerire il ripristino di un’istanza critica
che ragioni sui processi sociali dell’odierno capitalismo. Senza
trascurare l’importanza politica della sfera estetica, che, in un mondo
sempre più assediato da immagini e simboli, si scopre come un nuovo
terreno d’interrogazione critica.