In un libro le storie di 70 nostri connazionali, tutti "splendidi"
visionari. Con intuizioni a volte geniali
Francesco Becherucci, fisiologo fiorentino molto stimato anche
all'estero, inventò un apparecchio per mangiare le uova quando, col
guscio già formato, si trovano ancora dentro la gallina. Il bresciano
Giuseppe Casazza "dimostrò" che la Terra non gira intorno, ma davanti al
Sole e illustrò il (suo) sistema solare con un planetario premiato nel
1952 a Parigi con l'imprinting del Politecnico di Milano. ll bolognese
Gai Magli, tre lauree, elaborò un'unica lingua mondiale di numeri
chiamata Antibabele e costruì un dizionario simultaneo per 11 lingue
(33.00 vocaboli). Per esempio Dio è 45 e si pronunzia Depi. Acqua in
italiano è 43, in francese 958, in inglese 2906... Per Oriana Fallaci,
Gai Magli era "un benefattore dell'umanità", per Massimo Bontempelli "un
audace, semplice e imprevedibile”. Disse il generale Visconti Prasca: "È
la scoperta dell'America".
Prendo questi esempi di geniali ciarlatani da "l mattoídi italiani",
edito da Quodlibet, che è forse la più raffinata delle nostre case
editrici. ll libro è un catalogo di 70 visionari, 70 marines nei
territori del vuoto, dal quale Paolo Albani ha però escluso i viventi e
dunque anche se stesso. Come si sa, Einstein teneva sul comodino un
libro di Immanuel Velikovsky, medico russo di origine ebraica che aveva
spiegato "scientificamente" le piaghe d'Egitto, la trasformazione
dell'acqua del Nilo in sangue e tutte le altre enormità della Bibbia.
Einstein pensava infatti che i mattoidi, i crank, fossero fratelli di
sangue degli scienziati.
Ho sempre avuto il sospetto di appartenere a un
popolo di “mattoidi”, che del resto era già il titolo di uno strepitoso
saggio nel quale Carlo Dossi, nel 1884, aveva preso in rassegna i
progetti per il monumento a Vittorio Emanuele (il famoso Vittoriale)
presentati "da ragionieri, impiegati, medici, awocati... opere
grandiose, grottesche e strampalate" che prevedevano nel centro di Roma
templi in mezzo a grandi laghi artificiali, oppure quattro fortezze in
stile gotico o, ancora, una grande mano dove il pollice era Pio IX,
l'indice Carlo Alberto, il medio Vittorio Emanuele, l'anulare Umberto e
il mignolo il principe Vittorino. Un progettista voleva costruire sopra
Castel Sant'Angelo un Gloriadeum con le statue degli uomini illustri di
tutti i Paesi, compreso Cristo "ma con le spalle volte al Vaticano,
tié!", e su tutti il re a cavallo in cima a una salita a spirale
percorribile con le carrozze e persino con un piccolo tram. Quel libro
divenne un capitolo del famigerato studio di Lombroso sui rapporti tra
l'arte e la follia. ln realtà è un magnifico racconto su quella
categoria italiana appunto che ora Quodlibet - traduco in Antibabele -
"16, 657"...
E la faccio breve per compiacere un altro illustre mattoide, Carlo
Cetti, che, precursore del linguaggio dei digitantes, inventò il
"brevismo": dm per domani, pm per pomeriggio, sn per sono, cmq per comunque... Era il 1946 e Internet non ci aveva ancora fatti
diventare tutti mattoidi come lui.