Recensioni / Review. Mecca

L'Islam deve imparare a convivere con il capitalismo. La frase suona meno strana ora la Mecca Cola è sbarcata anche in Italia. Ma Farrukh Dhondy, scrittore anglo-indiano, seguace parsi, è da anni che la va dicendo, convinto che altrimenti l'emancipazione delle donne e altri aspetti della modernità soverchieranno l'Islam. Nel suo «Vieni alla Mecca» (in Italia, edito da Quodlibet) c'è un passo significativo. «L'ho seguita in cucina dove stava facendo il caffè per tutti quanti. Le ho detto vieni alla Mecca con me. Ha pensato che intendessi la Mecca in Arabia e ha detto che non era musulmana e mi ha chiesto a che cosa mi serviva credere nella religione, che è come la droga. Così le ho spiegato che intendevo il Dancing la Mecca, quella sera, più tardi. E ha pensato che io ci stessi provando». Oltre alla vicenda di Shahid, ci sono quelle di altri immigrati che abitano l'East End di Londra, Brixton e durante il carnevale caraibico invadono Nothing Hill, scontrandosi con la polizia. Esistenze che si sovrappongono e confondono, non solo per i soprannomi, a miti di celluloide e non - come Bruce Lee, Bonny e Clyde - da consumarsi, preferibilmente, nella vita di tutti i giorni.