C'è il linguaggio tecnico del ricercatore e la prosa divulgativa dello
scrittore navigato nell'ultimo lavoro editoriale di Ercole Giap Parini
-per i tipi di Quodlibet studio- dal titolo"Gli occhiali di Pessoa". In
poco più di cento pagine Parini è riuscito a condensare e rendere
fruibile letteratura e ricerca filosofica e storica, e poi inerpicandosi
su sentieri scoscesi ha condotto una critica sociologica di un tempo a
cavallo tra due secoli i cui bagliori sono lontani dall'essere spenti,
dimenticati. Con un lavoro di cesello (sono tante le citazioni inedite)
e sintassi, il ricercatore di sociologia presso la Facoltà di Scienze
politiche dell"Università della Calabria, è riuscito a consegnare alla
contemporaneità, alla stregua e sulle orme non solo di Antonio Tabucchi
(delle cui opere dice, e ne dà prova, d'essersi nutrito e al quale si
duole di non aver mai inviato una lettera) ma dei tanti altri autori che
hanno intrecciato le loro esistenze con lo scrittore portoghese. Le
pagine hanno come filo conduttore il tema della finzione. argomento
sociologico e d'indagine che in alcuni momenti cede (ma solo in
apparenza) il passo e il ritmo alla letteratura con la quale Pessoa ha
intriso un'epoca. Un tempo che a seguire le righe di Parini, sembra
potersene intuire solo l'inizio in quanto Pessoa è ancora vivo e parla,
fa pedagogia. Pessoa è soggetto del tempo presente e con quelle sue
tante personalità letterarie (che il ricercatore dell'Unical definisce,
con un linguaggio tecnico ,eteronimi) diviene paradigma della
frammentazione dell'uomo moderno, modello di quelle tante maschere, o
strumenti di finizione, che caratterizzano (facilitano e rendono
complessi allo stesso tempo) i rapporti sociali. E' vero quindi ciò che
Ercole Giap Parini scrive in premessa e cioè che ogni «libro è una
piccola avventura» e in quanto tale si vive con l'evidente «desiderio»
di riscontrare, d'avere conferme, di quelle che si credono certezze, le
quali, però, il più delle volte - come all'autore è capitato leggendo il
libro dell'inquietudine di Bernardo Soares di Fernando Pessoa -
finiscono per essere «scompigliate» e si rimettono in movimento alla
stregua di quelli che Parini definisce, con un'immagine poetica, i
«tremuli filari» esistenziali e professionali. Quello di Parini in
definitiva - come evidenzia il professore Paolo Jedlowski - è un perfetto
esempio d'intendere la letteratura come terreno ideale in cui
s'intrecciano l'esperienza del lettore e del sociologo.