Recensioni / Tolve racconta l'ubiquità da De Dominicis a Stampone

Nella collana dei “Quaderni dell’Accademia di Belle Arti di Macerata” la casa editrice Quodlibet ha appena pubblicato il volume intitolato “Ubiquità. Arte e critica d’arte nell’epoca del policentrismo planetario” (pp. 96, euro 10).
Nel  volume l’autore studia questioni specifiche dell’opera di alcuni artisti contemporanei, in particolare Gino De Dominicis e Giuseppe Stampone, che hanno posto l’accento sulle varie declinazioni della creatività umana. “Ubiquità, obliquità e zapping planetario”, “Finis terrae”, ”I transiti dell’arte”, ”Elogio della moltitudine. Ritratto dell’artista plurale” e “Atteggiamenti romantici nell’arte d’oggi”  sono riflessioni che, assieme all’analisi dettagliata di alcuni spazi interattivi – Vip Art Fair, Google Art Project, The Museum of Me e Adobe Museum of Digital Media –, disegnano un percorso serrato tra le maglie dell’arte contemporanea, dei comportamenti pedagogici e delle antropologie attuali.   
Antonello Tolve, nato a Melfi nel 1977, è appunto docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Studioso delle esperienze artistiche e delle teorie critiche del Novecento con particolare attenzione al rapporto che intercorre tra arte, critica d’arte, antropologia e strumenti pedagogici, ha pubblicato in questo ambito numerosi saggi. Critico d’arte, collabora regolarmente con diverse testate del settore ed è autore di una serie di pubblicazioni che indagano il rapporto tra gli artisti e la critica.