Recensioni / Narciso nelle colonie

Questo testo inaugura Quodlibet Humbolt, progetto editoriale dedicato alla letteratura di viaggio che affida la stesura di volumi atipici (non guide, non testi di finzione) a scrittori e artisti. Vincenzo Latronico (il suo ultimo romanzo è La cospirazione delle colombe) e Armin Linke (fotografo e artista) si sono recati in Etiopia a inizio 2012 con l'intenzione, rispettivamente, di cercare le tracce di parte della propria famiglia che lì aveva vissuto e dì documentare il rapporto (o meglio la sua mancartza) tra I'architettura razionalista europea portata dai coloni e lo spazio in cui è collocata. L'itinerario intende ricalcare quello dell'antica ferrovia che un antenato russo di Latronico aveva contribuito a costruire. Il racconto inizia con una falsa partenza, a dimostrare come sarebbe facile ricostruire il viaggio attraverso un'elernentare costruzione narrativa. e di come tuttavia questa sia una scelta impraticabile. Sarebbe come vestire gli anacronistici panni di uno scrittore di fine '8oo, gli unici che permettono di scrivere con arrogante quanto ingenua pretesa di autorevolezza di un paese sconosciuto, visitato per breve periodo. La via scelta da Latronico si fa quindi discontinua e puntellata di interrogativi. Man mano che fallisce nei tentativi.di ricostruire la propria stopia famigliare, I'autore corlprende che le precauzioni si sono rivelate inutili e Ie paure fondate: I'atteggiarrento del viaggiatore occidentale resta quello di un Narciso che cerca le tracce di un passato che sia riflesso della propria irnmagine; scontrandosi;contro la mentalità etiope che al contrario non concepisce il bisogno stesso di venerarne le reliquie, e anzi le riscrive di continuo rendendole parte del proprio presente. Fondamentale inoltre iI rapporto con la dominazione coloniale fascista. clamorosa rimozione nella nostra storia recente. Armin Linke, attraverso trentuno fotografie a colori, offre uno sguardo altrettanto laterale sul percorso da Gibuti fino a Addis Abeba.
Chiudono il testo un lucido profilo di Hailé Selassié firmato da Angelo Del Boca; un intervento piuttosto confuso di Sirnone Bertuzzi di Invernomuto; un interessante dizionarietto dei prestiti italiani rimasti nella lingua amarica curato da Graziano Savà; infine, mappe e indicazioni dei luoghi citati.