Recensioni / La discriminazione negativa. Cittadini o indigeni? Robert Castel

Articolata in cinque capitoli, quest'opera di Robert Castel, sociologo francese formatosi con Pierre Bourdieu e Michel Foucault e attualmente in forze all'École des Hautes Études en Sciences Sociales, offre al lettore un'analisi attenta delle relazioni e delle contraddizioni che si creano all'interno della «società multietnica», o meglio delle attuali condizioni dell'appartenenza etnica in una società come quella francese. Oggetto di attenzione dell'autore e spunto per una lettura inedita della discriminazione sociale, sono le violenze giovanili nelle banlieues parigine esplose clamorosamente nell'autunno del 2005. Questi eventi, spiega bene Castel, devono essere studiati e non affidati sterilmente alla cronaca giornalistica, altrimenti «ci si sottrarrebbe all'esigenza di farne la storia e di esplorarne la sociologia, vale a dire di ricollocarli in un processo di trasformazioni e di inscriverli nel loro contesto sociale». In questa chiave si comprendono meglio diversi aspetti problematici della contemporaneità: ad esempio, come essere, o meglio, diventare cittadini a pieno titolo in una società moderna e senza divisioni in caste come quella francese.
Un tempo, ricorda l'autore, l'integrazione nel quadro nazionale avveniva attraverso una ri-educazione dell'individuo; nella scuola pubblica, ad esempio, i dialetti regionali erano banditi dalle aule con lo scopo di offrire indistintamente a chiunque frequentasse le scuole della Repubblica una conoscenza egualitaria del francese, fornendo in tal modo uno strumento fondamentale - quello della lingua - che desse pari opportunità di partenza a tutti. Oggi, secondo Castel, la struttura statale non agisce più in questo senso: al contrario, quando i tutori dell'ordine pubblico «moltiplicano i controlli d'identità e i fermi dei giovani per "reati di faccia"» essi «procedono secondo una logica inversa». È così che si mette in azione quella che l'autore definisce «discriminazione negativa». Interessanti e utili sono le precisazioni che corredano il testo e diventano strumento prezioso per meglio comprendere il lavoro del sociologo: se da un lato egli è cosciente dell'impossibile «uguaglianza delle possibilità», altrettanto chiaramente è evidente che la discriminazione pone in opera un «diniego del diritto». «Essere discriminati negativamente - afferma Castel - significa essere assegnati a un destino sulla base di una caratteristica che non si è scelta, ma che gli altri rimettono sotto forma di stigma».
Ci auguriamo che questo testo non resti isolato e che l'autore offra ulteriori spunti di riflessione per meglio comprendere quella che, con espressione abusata, viene definita «società multietnica». D'altronde egli stesso si dichiara consapevole di quanto resti ancora da fare: «Piuttosto che un ghetto, la banlieue è un cantiere nel quale abbiamo molto da fare, ma anche molto da apprendere».