Intrighi politici, debiti ingenti, folle in estasi e artisti maledetti
fanno da sfondo a questa ricostruzione delle avventurose vicissitudini
di uno dei più celebri quadri della storia, la “Madonna Sistina” di
Raffaello (1483-1520). Commissionata all'artista esattamente cinquecento
anni fa da Giulio II per il monastero benedettino di San Sisto a
Piacenza, l'opera venne ceduta dai Frati due secoli e mezzo dopo ad
Augusto III di Sassonia per fronteggiare una serie di debiti.
Trasportata fortunosamente attraverso le nevi del Brennro, la tavola
approdò a Dresda nella
sala del trono, da dove venne requisita nel 1955 dall'Armata Rossa per
esscre esposta a Mosca, idolatrata dai russi come mai era capitato a una
icona non ortodossa. Oggi, grazie all'esito di una nebulosa trattativa
mai del tutto chiarita, è di nuovo a Dresda, da dove continua a
esercitare il suo fascino ammaliante. Riprodotta all'infinito su poster e
francobolli, questa icona dell'arte è stata reinterpretata più volte
dalla fantasia degli artisti, da Andy Warhol fino a Salvador Dalì, chela
ripreso in chiave surrealista, e a Kurt Schwitters, che la alterò a
colpi di forbice.