Recensioni / Cosmologia portatile

L'utopia da sempre accarezzata da Italo Rota è quella condivisa da larga parte dell'architettura radicale italiana (Super studio e Archizoom su tutti): quella cioè di fare architettura senza costruzione, attraverso l'inserimento di oggetti, che sia no di nuova concezione o objet trouvé poco importa. Non a caso la maggior parte dei suoi lavori realizzati in oltre trent'anni di carriera sono soprattutto progetti di interni e allestimenti. Ne deriva una rivoluzione, in senso letterale, del modo in cui il design e l'architettura possono essere pensati specie in termini spaziali. O forse si tratta solo di un modo in cui l'autore c'invita a reinterpretare un'antica profezia contenuta in L'arte decorativa (1925) di Le Corbusier: «al vuoto del secolo della macchina bisogna reagire con l'effusione ineffabile di un ambiente che culli e inebri con dolcezza». Gli scritti qui raccolti per la prima volta descrivono le profonde conseguenze di questo punto di vista sovversivo che prosegue in parallelo nella seconda parte con i disegni al tratto, in massima parte inediti, che l'autore ha realizzato con un semplice mouse: disegni, mappe e visioni partoriti o saccheggiati dalla smisurata cultura bibliografica dell'autore, atti più a smarrirsi che a orientarsi.