Recensioni / Cuore di stella, giallo rock a zonzo per la Bassa

La lungimiranza di una certa provincia. Sguardo concreto e capacità di spingersi oltre la balaustra. Un Friuli con un’atipica spinta pop sceglie di affidare alla grancassa della letteratura la fusione dei comuni di Rivignano e di Teor, cose mai viste, per dirla alla Fuori Orario di Raitre.
L’idea stuzzica non poco. Il piano ha un credo granitico, però: no al book fotografico, fa tanto catalogo aziendale. Magari un romanzo, why not? E che racconto sia.
Il sindaco Anzil, in sinergico intento con il collega Mattiussi, ha subito in testa nomi e cognomi degli scrivani, penne svelte e funamboli dei congiuntivi, con orde di popolo facebookiano al seguito: l’udinese Gianmatteo Pellizzari, blogger di lunga navigazione e il compare di merende Giuliano Geri, milanese, ora inghiottito da Trento e guardato a vista dal Monte Bondone.
«Entusiasmo immediato - ricorda Pellizzari - alimentato dalla notizia che speravamo: la libertà di nuotare a stile libero. Nessuna guardia a controllare i nostri eventuali fuori tema. Ma subito freddati da: «Sono 250 mila battute e i tempi sono stretti».
Ce l’hanno fatta, i due.
Cuore di Stella, marchiato Quodlibet, è nelle librerie e sta filando via come New Zeland spronata dall’andatura portante. Su fb si è creato il caso, e - si sa - il web determina il mercato reale. «Mai scritto a quattro mani, un bel salto mortale per noi - spiega Gianmatteo - e così ci siamo inventati un paio di personaggi a nostra vaghissima somiglianza, Milo Ferretti e Rodolfo Tazzi. Partendo da una semplice domanda: l’inettitudine è una condizione da cui ci si può divincolare? La cocciuta indolenza della coppia è squassata da una sorta di ricatto accademico e da una missione impossibile. Alla fine è venuto fuori un giallo, e così abbiamo montato un agile palleggio fino all’ultimo punto tipografico».
Si percepisce ciò. È un surfare plastico sulle nebbie della Bassa, magnificamente rock, un avvicinamento alla verità che non ti va proprio di lasciare così, sospeso. E allora ti ributti sulla carta, sfogli con energia e ti ritrovi a scivolare sullo Stella o a calpestare qualche altro posto strano anche tu lettore, assieme a una possibile collezione di facce tipiche e di situazioni ammiccanti del luogo, nel rispetto del diktat iniziale.
«Giuliano è un foresto e l’aggancio con l’ambiente è avvenuto con gli occhi di chi sta per scartare un regalo; vivendo a un tiro di fionda, avrei dovuto addobbarmi da una specie di Virgilio premuroso, invece... Essendo io uno spatentato e un sedentario, la landa friulana a sud risultava misteriosa pure a me.
Ci tende una corda salvavita il sindaco. «Riempite una valigia e trasferitevi qui per una settimana». Invito accolto. Appollaiati sulle bici, seduti su una vespa, in equilibrio precario dentro una barca e qualche passeggiata. Questi, sintetizzando, i poveri mezzi di locomozione sfruttati per setacciare umanità, flora e fauna».
Ora non stiamo a scoprire troppo la pentola del plot, ma – leggendo il libro – incontrerete gente assai curiosa, che, in qualche modo, centra con Pirandello, Attila, la teosofia, il tutto shakerato dentro una botte di vino e accompagnato da profumati idiomi in marilenghe.
«Ci siamo confrontati spesso io e Geri se lasciare la lingua come stava e giaceva o munire la frase con nota a pié di pagina. Come vedrete il voto vincente è andato all’opzione lasciamo stare, decidendo all’unanimità di non complicare la vita al prossimo con postille e perdite di tempo».
Lo Stella è fiume caro alla zona, tanto da finire sparato in copertina. «Ovvio. La genesi dell’insegna glissa il solo dovere di, o il solo piacere di. Coinvolge il Conrad di Cuore di tenebra, uno dei cardini della letteratura del XX secolo, al quale si è ispirato liberamente Coppola per Apocalypse Now. E comunque è contemplata la risalita di un fiume. È un titolo forgiato da un’affettuosa associazione, questo è il succo».
Con appunti, visioni, sensazioni, risate ben conservate (all’occhio, sarà anche un giallo, però si annida la battuta fulminante pronta a stenderti) i tratti inconfondibili del grande Makkox («ho subito pensato a lui, una questione di feeling antico») i ragazzi davvero si sono inventati un regno assai curioso e pieno, una specie di Narnia con contaminazioni tolkieniane. Immagini temprate da buone bevute miste di chinotti e di tajut.