I
primi vagiti di un'idea di Europa si perdono certamente nella notte dei
tempi, ma quello di cui vorrei raccontare qui si riferisce al periodo
immediatamente postbellico, anno 1946. In questo anno un gruppo di
personalità ginevrine prese coscienza della necessità di una ripresa del
dialogo tra nazioni e culture profondamente lacerate dalla guerra e
organizzarono le Rencontres Internationales de Genève, (RIG).
Gli incontri si tennero in una prima fase con cadenza annuale, dagli
anni settanta in poi solo negli anni dispari, mentre negli ultimi anni è
ripresa la cadenza annuale; fino al 1995 gli atti sono stati
pubblicati, dalle Éditions de la Baconnière, e in seguito dalle Éditions de l’Age d’Homme.
Nel 1946 reporter d’eccezione inviato dall’Italia alle Rencontres fu quello che poi divenne uno dei massimi filologi e critici letterari italiani, Gianfranco Contini e Quodlibet ha pubblicato nel 2012 ― riprendendolo dalla «Fiera
letteraria», I, 30, 31 ottobre 1946 ― il suo molto interessante
reportage (G. C., Dove va la cultura europea?, con l’ottima cura di Luca Baranelli e un saggio di Daniele Giglioli, pp. 63, € 9.00).
Va anche doverosamente detto che l’esistenza di questo inedito
reportage fu segnalata da Michele Ranchetti al Centro Studi Franco
Fortini.
Il titolo che fu dato a questo primo incontro è L’esprit Européen
e i relatori ufficiali furono: Julien Benda, Georges Bernanos, Karl
Jaspers, Stephen Spender, Jean Guéhenno, Francesco Flora, Denis De
Rougemont, Jean-R. De Salis e Georg Lukács. [...] Una
lettura tutta gradevolissima che fa rivivere un clima intellettuale che
appare assai lontano dall’attualità, ma che non sarebbe male
rammemorare ogni tanto.