A partire dall'attestato di Tolstoj, per il quale ogni passo in avanti
verso l'intelligenza si deve a degli eretici, Mauro Orletti, origini
abruzzesi ma studi e lavoro a Bologna, ha costruito un'intrigante storia
delle eresie, dal primo secolo dopo Cristo al grande scisma del 1054,
che vide staccarsi la Chiesa Orientale da Roma. Cresciuto nella rivista
di Deriveapprodi L'Accalappiacani, settemestrale di letteratura comparata al nulla, fondata da Paolo Nori, Cornia, Benati e Morelli, Orletti, con alle spalle il caustico romanzo di formazione Mi sento già molto inserito,
fa riemergere sette come i Messaliani che non si tagliavano mai i
capelli, gli Adamiani che per rispetto del primo uomo si riunivano nudi e
nudi pregavano, i Saccofori con i loro vestiti di sacco e i
Colliridiani, che idolatravano Maria e per lei lasciavano delle focacce
su una sedia in attesa che la Madonna arrivasse per mangiarle.
Il libro, che verrà presentato domani alle 18 alla libreria Zanichelli
da Ermanno Cavazzoni, raccoglie anche le bizzarrie con cui questi gruppi
sono stati descritti e tramandati dai padri della storiografia
ecclesiatica: fedeli che hanno deciso di non parlare mai più, credenti
nella Santa Quaternità, sino agli adoratori di Caino e di tutti coloro
che nell'Antico Testamento vengono bollati con il marchio della
dannazione.