Recensioni / L'incontro tardivo tra due protagonisti: Adriano Olivetti e Le Corbusier

Industriale, uomo politico, intellettuale, Adriano Olivetti si interessa anche di discipline lontane dal mondo della produzione. Come imprenditore avvia un processo di rinnovamento della produzione industriale aperto alle esperienze internazionali e alla riorganizzazione del territorio, attraverso un'eccezionale promozione della cultura progettuale.
Agli inizi del 1960, Olivetti decide di affidare il progetto di un nuovo polo industriale ad un grande maestro della Modernità. E chiede a Le Corbusier di realizzare un Centro di calcolo elettronico, per la produzione della macchina del futuro, il computer.
La sfida è colta. L'espressività strutturale, raggiunta attraverso un'attenta ricerca tecnica e formale, va al cuore dell'esperienza progettuale, prefigurando una "fabbrica verde". Le Corbusier interpreta l'idea di Oliverti, disegnando un edificio razionale, un luogo semplice e funzionale, che si apre al paesaggio e allude ad una produzione d'avanguardia, rispettosa del lavoro operaio e di uno spirito comunitario condiviso.
Grazie a documenti d'archivio inediti, lo studio ripercorre la storia di un importante progetto, che sarebbe dovuto sorgere in campagna, a Rho, a nordovest di Milano. ll testo ricostruisce la genesi del processo ideativo, mostrando il risultato di un incontro tra due intelligenze del Novecento, capaci di cambiare la storia e di dar forma ad un'utopica "comunità concreta".