Ho già accennato al rapporto tra Deleuze e gli animali. Vi consiglio a questo proposito il bel libro di Paolo Vignola "La lingua animale. Deleuze attraverso la letteratura" (Quodlibet, €16), in cui l'autore indaga la riflessione di Deleuze circa i grandi scrittori occidentali a partire dal concetto di "animalità". Già nel suo Abecedario, Deleuze spiegava in che senso l'animale segna i confini del proprio territorio, e costituire un territorio "è quasi la nascita dell'arte". Ma cos'è l'animale per il filosofo francese? È stare in agguato, che poi è quello che fa lo scrittore, il quale scrive "per" dei lettori. Questo non significa che scrive "all'attenzione di", ma "per" dei nonlettori, "al posto di". Faulkner scrive per gli idioti, spiega Deleuze. "Io scrivo per gli analfabeti, scrivo per gli idioti". Scrivere significa spingere il linguaggio fino a un certo limite. Scrivere "al posto degli" animali, significa portare il linguaggio a questo limite.