Recensioni / Tutta la solitudine che meritate

Victor Hugo con "Han d'Islanda", Pierre Loti con "Viaggiatore d'Islanda", Giacomo Leopardi con "Dialogo della Natura e di un Islandese", nell'Ottocento misero quel paese lontano nel titolo di opere che in realtà non ne parlavano. Jules Verne con il "Viaggio al centro della terra" non mise l'Islanda nel titolo ma ne parlò, anche se solo come punto di partenza di un'avventura fantastica (ma lo scrittore Richard Burton dopo averci passato un'estate, nel 1875, le dedicò un libro enciclopedico). Dopo il Nobel per la Letteratura che nel 1955 andò alla lingua meno parlata mai premiata attraverso la personalità di Halldór Laxness, in tempi più recenti l'Islanda è diventata prima un paese della cuccagna finanziaria e icona del turismo alla moda, poi la vittima di un colossale crac provocato da quella stessa cuccagna, e teatro di una rivoluzione civica contro i politici bancarottieri e i bailout bancari. E' controverso se veramente l'Islanda sia uscita da quella crisi, e ancora di più se il suo è un modello seguibile in altri paesi disastrati. I turisti, però, hanno continuato ad amarla, e ne arriva almeno mezzo milione all'anno. Eppure, in Islanda ci sarebbe molto poco da vedere, a dar retta agli standard del turismo internazionale. In compenso, c'è una natura estrema, ma cui le luci del nord e la rarefazione della popolazione danno un fascino unico. Ci sono le sorgenti di acqua calda, che riempiono l'isola di centri termali che sono anche affollati centri di socialità.
C'è un senso abbastanza unico della comunità, e si vendono quattrocentomila biglietti teatrali all'anno. Si può dire che praticamente ogni singolo islandese abbia un qualche rapporto con l'arte: o scrive, o dipinge, o suona, o balla, o recita, spesso più di una cosa. Oppure osserva con interesse, passione, competenza gli altri che scrivono, dipingono, suonano". Il docente di Letteratura italiana a Trento Claudio Giunta, insieme con la fotografa milanese Giovanna Silva, dedicano questi appunti di viaggio all'Islanda, nella quale sono andati in un maggio dal clima eccezionalmente favorevole, che ha consentito loro di fare il giro di  tutta l'isola lungo l'anello della Route 1.
Ma in più, stimolati appunto dall'effervescenza culturale islandese, hanno provato a costruire un libro che non è solo una perfetta guida turistica, ma anche il tentativo  di spiegare perché vale la pena di  fare un viaggio in una terra letteralmente ai confini del mondo. Proprio per godervi, come dice il titolo, "tutta la solitudine  che meritate".