II carattere tipografico usato è Garamond: elegante ed essenziale. In
alto la sequenza: editore, autore e titolo. Scritto in orizzontale. In
verticale una lunga lista di nomi, in nero e rosso. Sono i Maestri di
finzione di Francesca Borrelli, lavoro ventennale di dialogo con alcuni
dei maggiori autori contemporanei. Si tratta d'interviste, domande in
corsivo e risposte in tondo. Ogni autore è presentato in breve, seguito
da una bibliografia delle opere. Francesca Borrelli è una delle firme di
punta de «il Manifesto», dove lavora da decenni alle pagine culturali.
La lista dei nomi scritta in verticale, a bandiera, compone un'immagine
di parole. Per leggere i nomi si ruota la copertina a destra; il titolo,
nome dell'autrice e editore vanno in verticale; a tenere il campo sono
ora tutti i nomi e cognomi: nomi in nero, cognomi in rosso. Copertina
elegante, sobria, efficace.
Una bellissima soluzione per un libro che comprende interviste con 43
autori, per lo più stranieri, con unica eccezione Anna Maria Ortese:
straniera in patria. L'intervista è un genere recente. Il suo inventore è
Jules Huret, che sul «Figaro», dal 1890 al 1905, colloquiò con i
maggiori scrittori del suo tempo, da Zola a Kipling. Oggi si abusa
spesso delle interviste, eppure sono uno dei modi migliori per conoscere
un autore e le sue opere. Francesca Borrelli è una professionista del
colloquio. Come ricorda Remo Ceserani nella prefazione, ci sono tre modi
per fare delle interviste: la conferma delle idee dell'intervistatore
sull'intervistato; l'intervistatore in ginocchio a sollecitare la
curiosità dei lettori sull'autore; le interviste che si occupano
dell'opera.
Borrelli è una specialista di quest'ultimo tipo. Preparatissima,
puntigliosa, dettagliata, senza essere incalzante, l'autrice di questo
libro vuole sapere qualcosa di più sull'opera, non tanto sull'autore.
Per lei non è mai un personaggio, solo uno che scrive. Un maestro di
finzione. A Francesca Borrelli interessa la finzione, non il fingitore.
Poche volte dedica spazio al ritratto psico-fisico all'autore. Non lo trasforma mai un personaggio. Si tratta solo di un
uomo o una donna che ha appena pubblicato un libro (sono interviste in
situazione). La copertina è come uno specchio: rovescia destra con la
sinistra, basta ruotare il libro. Mia volta l'autrice è lei,
l'intervistatrice; a volte lo sono tutti gli altri, gli intervistati.