Titolo completo è: "Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo
continente fatto negli anni 1799, 1800, 1801, 1802, 1803 e 1804 da
Alexander von Humboldt e Aimé Bonpland. Relazione storica". Ma questa,
curata dal presidente dell'Associazione dei geografi italiani Franco
Farinelli, e impreziosita dai disegni di Stefano Arienti, è solo
un'antologia. Rampollo di una nobile famiglia, il barone Alexander von
Humboldt aveva avuto come padrino di battesimo il futuro re di Prussia,
Federico Guglielmo II. Per questo, oltre che per la brillantezza dei
suoi studi scientifici, a ventitré anni era stato assunto nella società
mineraria statale prussiana, come sovrintendente. A ventisette anni,
dopo la morte della madre, si trovò con una cospicua eredità e si dimise
dalla carica, per progettare un viaggio di esplorazione tale da
permettergli di costruire una "teoria della Terra". Il progetto iniziale
di recarsi in Egitto e medio oriente fu impedito
dai contraccolpi delle guerre napoleoniche, che fecero saltare anche la
spedizione francese nei mari del sud alla quale aveva pure tentato di
unirsi. Fallito un ulteriore tentativo di imbarcarsi per l'Africa e
rifiutatogli dagli inglesi un visto per l'India, come ripiego Humboldt
riuscì ad avere un nulla osta per l'America spagnola.
Quell'itinerario tra il forzato e il casuale sarebbe diventato, spiega
Farinelli, "il viaggio dei viaggi, nel senso che la sua forma ne
riassume e comprende tutti i generi e tutti i modi: dal viaggio
sentimentale a quello di esplorazione, dal viaggio scientifico a quelle
letterario e a quello di pura e semplice intelligence". Il suo è anche
il primo viaggio "moderno", che seppellisce definitivamente i repertori
di meraviglie e portenti, quali erano stati in fondo anche "Il Milione"
di Marco Polo e il "Giornale di bordo" di Cristoforo Colombo. A colpi di
misurazioni e analisi, Humboldt procede alla definitiva acquisizione
dello spazio americano alla scienza, fisica e antropologica: esemplari
sono a questo proposito le pagine in cui decostruisce il mito
dell'Eldorado. Ma questo lungo percorrere una terra ancora selvaggia in
coppia con l'amico francese Bonpland, non è mai immune dall'avventura.
Non solo gli scienziati moderni, ma anche la narrazione avventurosa
venuta dopo di lui ha preso l'imbeccata dai libri di Humboldt. Ne sono
esempio Emilio Salgari e Jules Verne, con i loro romanzi continuamente
interrotti da notazioni didattiche; ma anche il Paperino di Carl Barks o
i film di Indianti Jones.