Recensioni / L'occhio di Silva sulla vera Islanda

All'interno del progetto Lodi ruota della cultura e del programma di incontri RisuonArte. L'Eco dei luoghi dedicato a Laura Pietrantoni, alla Libreria Sempreliberi (via Gaffurio 18, Lodi) sono in calendario alcune iniziative organizzate in collaborazione con Musicarte, nonché una serata (il 22 ottobre) con la fotografa Giovanna Silva e l'editore Alberto Saibene sul libro di fotografie Tutta la solitudine che meritate. Viaggio in Islanda. Saibene è consulente editoriale e studioso del Novecento letterario italiano; Giovanna Silva è scrittrice ed editore lei stessa (con Saibene).
Fanno parte di quella galassia che ha il libro al centro. Insieme a tutta una serie di produzioni verbali e non verbali che lo accompagnano, e lo contornano. Compreso coltivare l'interesse di quei viaggiatori solitari ( non sempre) che amano avventurarsi per il mondo.
O leggere qualche libro di viaggio e fantasticarci sopra seduti nel comodo soggiorno di casa. Viaggio in Islanda (edito da Quodlibet Humboldt), è nato dall'incontro tra gli scatti di Giovanna Silva e gli appunti dell'italianista Claudio Giunta. Ha un carattere decisamente non effimero. Giunta è autore di osservazioni gustose, "cucinate" insieme a letteratura, riflessioni, ricostruzioni storiche, cronache di Reykjavik e "pennellate" di colore. Giovanna Silva, 33 anni, architetto e artista (presente attualmente a Venezia con un suo progetto alla 14° Mostra Internazionale di Architettura diretta da Rem Koollas), è attivissima su vari fronti culturali con un approccio universitario all'antropologia che gli ha lasciato dentro una certa inclinazione a indagare. Nelle sue fotografie coglie aspetti abbastanza insoliti, non il classico assaggio da cartolina.
Mette in rapporto con una terra misteriosamente percorsa dalla "sublimità" del vuoto, dalla solitudine, dove gli uomini dialogano con i vulcani, i campi di lava, le sorgenti d'acqua calda, i deserti sabbiosi degli altipiani. Sono foto che rivelano un rapporto emozionale con paesaggi, persone, ambienti, e, soprattutto, coi silenzi di quella terra. Scatti che hanno il loro tempo, durano un baleno, ma catturano al completo e aiutano a scoprire il valore di emblematica obliqua verità che lega l'uomo alla natura. L'interesse di Silva va a fissarsi spesso su tratti disagevoli,
dove altri fotografici direbbero che non c'è nulla di particolare da vedere. E che invece lei approfondisce con una vis che può apparire filosofica o sociologica. Ha compreso come certe immagini possono cambiare completamente le carte in tavola ed è attenta nel cogliere il senso della relazione che ognuno di noi ha con il mondo e con sè stesso. Memore dell'invettiva di Giovanni Arpino contro le fotografie («Bugiarde, maligne, velenose, qua scavano, là gonfiano, tradiscono sempre»), Silva pone attenzione nella scelta delle immagini da non tradire la "vera" Islanda. In grado di compattare un continuo presente e sottrarsi ai rischi di un qualche inganno della corteccia cerebrale.