Recensioni / Studiando l'arte nella vecchia Vienna

Fa sorridere leggere che, un secolo fa, qualcuno lamentava già la crisi della anche toria dell'arte. In futuro sarebbe andata che peggio, se si pensa allo scarso riconoscimento della materia oggi. Quel qualcuno era Julius von Schlosser (1866-1938), ultimo esponente della leggendaria Scuola di Vienna. Nel disfacimento dell'Austria imperiale, la sua parabola sta al mondo della critica d'arte come quella di Joseph Roth sta alla letteratura. Lo studioso diventò responsabile delle collezioni di scultura e arti applicate del Kunsthistorisches Museum (1901) per poi ereditare (1922) quasi a malincuore come ricorda nelle memorie la cattedra all'Università di Vienna dal suo allievo Max Dvorak, scomparso prematuramente. Schlosser, autore de La letteratura artistica e di una fantastica Storia del ritratto in cera (ripubblicata da Quodlibet nel 2011 ), sostiene checompito dello storico dell'arte sia ancora quello di dare al termine "bello" il significato più puro. La filologia applicata allo studio dell'arte non serve. La biografia dell'artista meno che mai. Addio allora a confronti tra le opere, "scuole", "stili", contesto. Schlosser sconfessa Vasari e la sua idea di ciclico progresso e decadenza delle arti: non ha senso leggere un'evoluzione da Giotto a Michelangelo [...]