Recensioni / «Tre per un topo» da un gioco con le nipoti ecco il genio di Scialoja

L'inedito

Esce nel centenario della nascita.

In programma due mostre.

 

C'è un tempo sospeso in queste pagine scritte e disegnate da Toti Scialoja per le sue nipotine. Ed è un tempo che possiamo cogliere solo oggi che, grazie a una di loro, Barbara Drudi, quel libriccino arriva in libreria (Quodlibet) perché tutti possiamo godere del «topo proto», del bracco pasticcione, del'«istrice attrice illustre». Insomma di tutto quel bestiario immaginifico che Scialoja avrebbe riversato nella sua preziosa produzione editoriale e che solo lo sciocco linguaggio del marketing potrebbe qualificare «per bambini». Ma tutto comincia qui, nella casa di via Bocca di Leone, scelta da Toti e dalla moglie Gabriella al loro ritorno da Parigi. Dove i coniugi ospitano nei pomeriggi dopo scuola le piccole nipotine Barbara e Alice. Per loro – racconta oggi Barbara Drudi – «Toti aveva cominciato a scrivere le sue filastrocche popolate di topi, gatti, conigli. Ce li faceva imparare a memoria, poi ci travestiva con cappelli, scarpe strane, un pezzo di stoffa colorata, e ci faceva interpretare piccoli spettacoli». Tra il 1967 e il 1969 Barbara diventa «l'istrice, attrice illustre», Alice «il topino etrusco» e insieme recitano «uno, due, tre, quattro, passa un gatto quatto quatto». «Loro due, sul divano, si sbellicavano dalle risate. Non avevamo mai visto adulti giocare e divertirsi proprio come bambini».

Quei giochi finiscono in un libriccino consegnato alle bambine il 25 agosto 1969, con tanto di pagina dedicata. L'aveva intitolato «Tre per un topo» ma non rimase a lungo in casa. Venne mostrato a tanti amici, scrittori, pittori, intellettuali. Ugo Mulas lo propose a Rosellina Archinto e invano se ne interessò Lidio Bozzini. Fino a quando Ginevra Bompiani lo portò alla sorella Emanuela che scelse alcune filastrocche e alcuni disegni pubblicando «Amato topino caro». Lo conobbe così Italo Calvino quando scoprì questo piccolo libro nelle mani della figlia Giovanna. La collaborazione con Scialoja sarebbe poi durata anni.

La pubblicazione di questo libro è stata voluta dalla nipote Barbara Drudi, in occasione del centenario della nascita di Toti Scialoja. La ricorrenza sarà al centro di due mostre che si apriranno nelle prossime settimane a Roma: la prima «Scialoja illustratore e scenografo» sarà inaugurata il 6 dicembre all'Auditorio, con un centinaio di disegni per l'infanzia. Gianluca Giannelli, che la sta curando vuole realizzare alcuni bozzetti scenografici disegnati da Scialoja per una trasmissione tv che avrebbe dovuto intitolarsi «Le fiabe bianche» ma non venne mai realizzata. I bambini ci potranno giocare dentro. La seconda mostra, al Macro di Roma a fine gennaio 2015, e al cui allestimento stanno collaborando Alberta Campiteli e Barbara Drudi, prevede uno Scialoja a tutto tondo, con opere che andranno dall'astrattismo, alla scenografia, al teatro, alla pittura figurativa, ai tanti anni di insegnamento all'Accademia di Belle Arti.