Recensioni / Guarda che Luna guarda che noia

Al rinnovato interesse per la Luna che investe i programmi di esplorazione dello spazio è dedicato un libro del filosofo romano Stefano Catucci, Imparare dalla Luna (Quodlibet). Il riferimento, sin dal titolo, è al testo di Robert Venturi, Denise Scott Brown e Steven Izenour, che nel 1972 – dunque in piena space age - insegnavano in Imparare da Las Vegas a studiare i reperti della megalopoli-miraggio cresciuta nel deserto del Mojave.

Come Tom Wolfe, che della città virtuale a bassissima densità urbana guardava soprattutto le insegne pubblicitarie al neon, nuova forma di architettura subliminale, così Catucci applica alla Luna uno sguardo lenticolare, che si sofferma soprattutto sui resti delle spedizioni che hanno raggiunto il nostro satellite. In previsione delle missioni automatizzate che sin dal 2015 dovrebbero tornare sul suolo lunare, la Nasa ha infatti deciso di perimetrare i siti storici del programma Apollo, in modo da tutelare le zone calpestate dagli astronauti, proteggendole da possibili contaminazioni (si può vedere anche il recente Marketing the Moon di David Meerman Scott e Richard Jurek, pubblicato da Mit Press).