E più esattamente, una vita "da giardiniere”? Se lo chiede il paesaggista francese Gilles Clément, l’esperto che ha dato via libera all’utilizzo delle piante nomadi e clandestine nei giardini di tutto il mondo. In "Ho costruito una casa da giardiniere" (Quodlibet, 16 euro), ci parla dei pensieri che gli giravano in testa quando comprò uno sperduto terreno in una "campagna che più campagna non si può", tra gli sguardi curiosi e perplessi dei paesani. Gilles comincia il suo racconto proprio da quando iniziò a costruire una casa di pietra, mettendole attorno un insolito giardino. "Questo edificio è così: una combinazione di improvvise fantasie e di tecniche precise", scrive, descrivendolo in tal modo: "Attraverso le ventuno aperture che conta la casa, anche se piccola, il giardino spunta da tutte le parti. L’interno è solo un luogo attraversato dallo sguardo. La vista s’arresta davanti alle querce, ai carpini e a tutti quegli alberi a scala: i lontani castagni".