Nel 1969 Perec scoprì l'arte del go baloccandosi per un mese nel bucolico Moulin d'Andè (dove fu girato Jules e Jim) con alcuni amici e decise di diffonderlo in Francia con un brillante manualetto che spiega regole, strategie, filosofia del gioco nato in Cina 40 Secoli fa e poi esportato in Giappone insieme al buddismo, la scrittura, l'arte di governare, e qui diventato passatempo nazionale, amatissimo dai samurai. Per praticarlo occorre una tavola con 19 righe orizzontali intersecate da 19 verticali, 360 pedine. Complesso, geniale, impossibile da conoscere in ogni sfumatura, simula battaglie, stimola meditazioni, danna gli animi, oscilla tra caos e provvidenza. Il trattatello, oltre a farci scoprire un raffinato svago orientale e il senso di Perec per il gioco (dagli anagrammi al poker) -, ribadisce la parentela tra letteratura e ludicità, i due grandi regni del nostro umano destino in cui la fantasia si può sfrenare in assoluta libertà a patto che si sottometta all'inflessibile rigore delle regole.