Recensioni / Enzo Cucchi ritratto d'artista

 il modo migliore per ricostruire una vita è proprio l'indagine, la detective story: mettere insieme un racconto con le vive voci di chi ha conosciuto, amato, odiato la figura oggetto di biografia. Nella finzione, era il modello usato da Orson Welles per Citizen Kane . Il rischio è quello di raccogliere prove contraddittorie, ma l'effetto sicuro è la ricchezza. Un artista difficilmente inquadrabile come Enzo Cucchi (Morro d'Alba, Ancona, 1949), pittore solitario, già star della Transavanguardia, non poteva che meritarsi un ritratto così: sghembo, disordinato, sconnesso. E per questo riuscito. Amici, "nemici", mercanti d'arte, parlano di lui. «Un eterno litigioso, bugiardo dalla nascita », lo definisce il gallerista Emilio Mazzoli. «Ci fa perché ci è», dice l'ex moglie Brunella Antomarini. «Pensare che Enzo sia solo Umano è un errore », ribatte il collega Milton Manetas. Mimmo Paladino: «Enzo ama sempre crearti un problema». Nell'ultimo capitolo, a rispondere alle domande del biografo Carlos D'Ercole è Cucchi stesso. Ecco la prima: «Enzo, che artista sei?». E lui: «Sicuramente il migliore».