Fra le maggiori voci della letteratura triestina, il «vociano» Giani Stuparich partecipò come volontario alla Grande Guerra. Raccontando due mesi di trincea in un diario che «non può né vuol essere un documento storico, ma semplicemente un documento psicologico e personale». Nell'attesa, il capofila della «generazione carsica», di evocare romanzescamente il
'15-'18 in Ritorneranno, dove si contrappone il mondo di ieri (coscienza e libertà) al mondo «che si perdeva in tentativi crudeli per dividere gli uomini in dominatori e schiavi».