Recensioni / Falsi d'autore

Davanti hai un giornale di notizie scritte in una decina di lingue. E guarda un po', tutte leggibilissime in italiano. La figura del traduttore, sottovalutata, spesso neanche citata, rimane un mistero per i più. In questa breve, simpatica guida, Petruccioli spiega alcuni trucchi del mestiere auspicando maggior visibilità e compensi adeguati. Tradurre vuol dire interpretare un testo, come fa il pianista che suona Chopin, sostiene l'autore: non c'è una sola esecuzione corretta. Spesso avere più interpretazioni allarga il significato e aumenta il piacere del testo. Ma come riconoscere la traduzione fatta bene? In breve, quella fatta bene sembra pensata in una lingua sconosciuta che per sortilegio suona benissimo nell'idioma di casa. Non è traduttese, che per seguire troppo le regole stilistiche della lingua d'arrivo stravolge il senso, né tradiano, dove l'eco pesante dell'originale produce un brutto italiano. È quella meravigliosa stregoneria che da sempre crea un alone di sospetto intorno a questa professione (furono gli ottomani ad associare "traduttore" e "traditore" usando l'italiano). Eppure, è proprio la capacità di abitare due mondi in una frase che accorcia le distanze e fa unico il pianeta. Allora, faccio mio l'appello di Petruccioli: trattate meglio i traduttori, sono indispensabili.