Recensioni / La bella Milano e le sue contraddizioni

[…] ecco Delia Tessa, di cui l'editore Quodlibet raccoglie, in "La bella Milano", gli scritti tra il 1936 e il 1939: la città s'è aperta oltre la cinta delle Mura Spagnole, conosce bene la sua storia ottocentesca ma fa i conti con l'industria, i nuovi mezzi di trasporto, la modernità cara a Boccioni, il cinema, le luci. Anche Tessa fa largo uso del dialetto, vivacissima forza identitaria. E sa muoversi tra circoli culturali (l'amicizia con Toscanini, gli editori, i giornalisti de "L'Ambrosiano"…) e ambienti popolari, tram e mercati, portinaie e puttane, le marionette dei fratelli Colla e La Scala. Mai monotona, d'altronde, Milano. È una sua grande qualità.