Recensioni / Savinio in fabula

Figlio di Alberto Savinio e nipote di Giorgio de Chirico, Ruggero Savinlo (Torino, 1934) non poteva che essere un pittore. Suo padre, Andrea de Chirico all'anagrafe, scelse di cambiare nome (e cognome) per distinguersi dal fratello inventore della pittura metafisica. Nonostante due figure così ingombranti, Ruggero Savinio riuscì presto a costruirsi il proprio stile, Ispirandosi alla tradizione greco-romana, a Tiziano e alla scuola veneta del Seicento, a Rembrandt, Fontanesi e Bacon. Il Forte Malatesta, fino al 3 maggio, ne ospita una personale curata da Clio Pizzingrilli. Intitolata «Fabula plcta», la mostra (catalogo Quodlibet) è incentrata su un nucleo di opere recenti ispirate alle fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm. L'universo fiabesco elaborato dai due nasconde riferimenti alla tradizione alchemica ed è pervaso di inquietanti sensazioni. La stessa atmosfera indefinita emerge negli sfondi delle tele di Savinio jr, dove prendono forma come fugaci apparizioni i diversi personaggi, rappresentati con pennellate dense e pastose in momenti ben precisi delle loro storie: Cappuccetto Rosso quando incontra il lupo o il Principe senza paura sorpreso dal gigante.