Recensioni / Quodlibet, "qualsivoglia cosa gradita" in campo bianco

Oggi c'è molta grafica senza grafici. E si vede. Ma ci sono casi in cui funziona. Ad esempio, Quodlibet. La casa editrice marchigiana nasce senza un vero grafico. Un giorno del 1993, una domenica mattina, usando un Macintosh (prima di essere una marca di computer è un impermeabile citato da Joyce nell'Ulisse), un gruppo di giovani intellettuali radunati intorno all'Università di Macerata, allievi di Giorgio Agamben, con tre libri pronti per essere stampati, scelsero la grafica della loro casa editrice. Scritta in alto su campo bianco, con nome dell'autore in rosso. Il carattere scelto insieme al tipografo è il Garamond, che ha segnato l'editoria italiana (il Garamond Simoncini dell'Einaudi). Il gruppo dei giovani era composto da: Gino Giometti, Stefano Verdicchio, Alejandro Marcaccio, Daniele Garbuglia, Elettra Stimilli, Elisabetta Baiocco. Il logo, di costa, raffigura Robert Walser. Il bianco è l'emblema di Quodlibet, ma già il nome dell'editore è un programma, e a suo modo un logo: così si chiamavano nel Medioevo le questioni che venivano discusse pubblicamente nelle università dagli insegnanti su argomenti proposti dagli ascoltatori; l'etimo: «intorno a qualsivoglia cosa gradita, o piacevole». C'è anche un significato musicale: «composizione scherzosa in cui si fondono melodie di tono contrastante». Questo carattere plurimo l'editrice marchigiana l'ha mantenuto nel tempo: 22 anni. Ora escono due libri esemplari: L'immagine occidentale di Emiliano De Vito nella collana «Quodlibet» e Setta. Scuola di tecnica drammatica di Claudia Castellucci (pp. 400, € 32) nella collana «Quaderni di Quodlibet». Uno più piccolo di formato, l'altro più grande, ma con la medesima grafica, che tiene molto bene in entrambe le dimensioni. Il libro di De Vito, con presentazione cli Agamben, è un «commento» di testi che stanno altrove, principalmente nelle opere di Benjamin; testo perfettamente Quodlibet di un giovane filosofo. Il volume di Castellucci è eccentrico e insieme straordinario: chiude una stagione di spettacoli unici di danza e movimento, ma anche della scuola istituita da Claudia Castellucci. A suo modo anche questo è un commento. Scrive Agamben nella presentazione di De Vito: «il testo commentato diventa la forma in cavo della scrittura che commenta». Quodlibet è un editore in cavo: fa posto svuotando e insieme riempiendo. Nel bianco.