Recensioni / Benicomunismo. I nuovi diritti che crescono tra Stato e privato

In un testo pubblicato da Quodlibet col titolo Il valore delle cose, a cura di Michele Spanò e con un saggio di Giorgio Agamben, il grande storico del diritto romano, recentemente scomparso, Yan Thomas riconduce la genesi della cose destinate al libero uso di tutti i cittadini non solo all'ambito del pubblico, ma anche a quello del sacro. I primi beni comuni, nell'antica Roma, erano proprio quelli riservati alla città e agli dei e per questo sottratti alla proprietà individuale a favore dell'intera cittadinanza. In tal senso si può paradossalmente sostenere che sia stata proprio la religione che, rendendo alcuni beni e alcuni luoghi indisponibiliall'appropriazione, ha liberato gli altri alla possibilità di essere posseduti e scambiati.