Recensioni / Le etimologie inventate sono pura poesia

«Amaro agg. (crasi tra il s.m. "amore" e l'agg. "raro") – dicesi di cosa o persona che ama pochissimo». È questa una delle 101 voci inaspettate e buffe di un sorprendente dizionario etimologico fantastico scritto da Maria Sebregondi, traduttrice di Duras, Queneau e Perec, e inventrice dei moderni taccuini Moleskine, elogiata dal New Yorker e dal New York Times.

Questo piccolo gioiello dal titolo Etimologiario (Quodlibet Compagnia Extra, pp. 128, euro 12) presenta in ordine alfabetico, prima crescente e poi decrescente, etimologie inventate di parole di uso comune, in un cortocircuito che ne espande e amplifica il significato. Ogni definizione diventa un microracconto di parole, una poesia semplice e leggera che si trasforma in un incanto magico e speciale. Così la «nuvola» è «un nulla che vola. Vapori dell'essere si liberano in cielo, fantasmi di spuma pronti ad assumere qualsiasi forma». La «violenza» diventa una «essenza di viole. Delicato profumo dalle armoniose risonanze musicali». Mentre lo «stimolo, (der. del s.f. "stima"), reso più aguzzo dalla variante maschile, è un piccolo discreto segnale di apprezzamento che puntualmente incoraggia pungolando all'azione».