Recensioni / Cenacolo degli scrittori

«Se tu non vuoi più credere alla verità, nessuno vorrà più credere a te». Con la citazione delle parole che Zelman Lewental scrisse nell'agosto del 1944 ad Auschwitz prima di essere ucciso dai nazisti, si chiude "I cani del Sinai", una delle opere più intense di Franco Fortini, poeta, critico e saggista di origini ebree scomparso otto anni fa. La presentazione di una recente ristampa del volume, pubblicata nel 2002 dalle edizioni Quodlibet di Macerata, offre lo spunto per una più ampia riflessione sul tema della conflittualità in Medioriente, che l'Associazione degli Scrittori Bassanesi ha affidato al prof. Antonio Faccio, poeta ed ex docente di liceo: l'incontro-dibattito è in programma per oggi, venerdì, alle 18, nella sede del Cenacolo, presso la Galleria Scrimin di via Vendramini. Da quelle pagine dense e ancora attuali, nel 1978, i registi Jean-Marie Straub e Danièle Huillet trassero un film ("Fortini/Cani") a sua volta memorabile.