Recensioni / Jünger e Cucchi nelle teche

Non è sempre e solo una masnada caotica di imbrattatele afflitti da bambinismo cronico l'arte contemporanea e ci sarà da salire stasera sul Belvedere barocco di Santa Maria della Purità a Martina Franca, al Festival dei Sensi, dove Carlos D'Ercole parlerà del suo libro Vita sconnessa di Enzo Cucchi (Quodlibet) e, insieme con lo stesso Cucchi, della necessità di sfiorare le pareti per sopravvivere alla stretta matrigna di una città non sua come Roma. Ci sono anche mosche bianche che possono fregiarsi di aver impreziosito uno degli ultimi libri di Ernst Jünger, Prognosen, con alcuni disegni come appunto Cucchi. Il ricordo fornito dal pittore marchigiano è una scena perfetta, degna del Novelliere o, volendo anche di Techetechetè: «Pensa che alla Biennale di Venezia Jünger venne a piedi da Piazza San Marco ai Giardini della Biennale. Era quasi centenario, con la moglie dietro per nulla giovane che sembrava una soldatesca. Vedo in lontananza Jünger che mi sorride e nello stesso istante incrocio Francesco Leonetti, la voce dell'uccellaccio nel film di Pasolini. Gli grido: "France', vieni tu a farmi l'intervista, tu che c'hai le palle. Mettiamo dentro pure Jünger". Credo ci sia una registrazione Rai di quella scena surreale». E così stasera Martina Franca tornerà sveva come ai tempi di Federico II, nato appunto nelle Marche, volando con la fantasia sotto l'ala protettrice del bardo di Nelle tempeste d'acciaio e di Un cuore avventuroso. E sempre sperando che la nuova Rai renziana, presa com'è dalla rottamazione, nel togliere le repliche estive del mago Zurlì, bruci anche una perla come questa confinandola nei canali acculturati e di confezionarla, com'è d'uopo, nel mirabile Techetechetè. Che non è certo una masnada caotica, bensì una monade di perfezione.