Recensioni / Una famiglia controtempo

Il titolo, innanzitutto: "La famiglia che perse tempo". E se invece, avesse perso il tempo (l'articolo determinativo potrebbe fare la differenza in questo caso)? Perché la famiglia che Maurizio Salabelle (scrittore toscano di origini sarde scomparso nel 2003 a 44 anni) ci descrive è una famiglia ossessionata dal tempo. E soprattutto dagli orologi. Salabelle ha scritto questo romanzo alla fine degli anni Ottanta. Ed è rimasto nel cassetto fino a quest'anno. Fino a quando Quodlibet, la casa editrice marchigiana, ha deciso di pubblicarlo nella collana "Compagnia Extra" curata da Ermanno Cavazzoni e Jean Talon.

Una famiglia bislacca, si diceva, ossessionata dagli orologi che vanno fuori tempo: le lancette camminano troppo veloci o troppo lente. Ma come può tenere il tempo questa famiglia che sembra ancor di più ossessionata dalle "infezioni" e dal contagio? Ecco, provare a descrivere questo romanzo è pressoché impossibile. Proprio perché i componenti di questa famiglia sembrano indecifrabili, almeno per quelle che sono le convenzioni non solo narrative. E se questo romanzo con l'altra ossessione – che spesso ha colui che si mette a leggere un libro con l'intenzione di definire e (appunto) catalogare ciò che non lo è, per sentirsi a proprio agio e avere delle certezze – rappresentasse davvero, spingendoci magari oltre o non cogliendo nel segno, lo spirito dei tempi che stavano cambiando? Se uno andasse addirittura oltre, vedendo dei richiami a Chernobyl (la paura del contagio, appunto) e all'ormai traballante politica dei blocchi e alla conseguenziale crisi delle ideologie? La fine degli anni Ottanta, eccoci, con tutto un mondo esterno che all'improvviso diventava difficile da decifrare: «la casa era temporaneamente disorientata e dai muri delle camere si stava staccando la carta fiorita». Potrebbe essere un'ipotesi di lettura. Certo è che questo libro di Salabelle colpisce proprio per la capacità di descrivere a fondo i personaggi: descrizioni minuziose, ricche di aggettivi e tic. Che non possono lasciare indifferenti. Anzi, in alcuni casi, turbano anche.