Recensioni / Arte ad alta tiratura

L'interesse sempre maggiore verso le fonti «basse» e popolari, utilizzate per esaminare la ricezione delle opere d'arte a più livelli, ha trovato un'attenzione particolare nello studio della stampa periodica degli anni Sessanta, intesa come necessario strumento per valutare orientamenti di gusto e capillarità dell'informazione artistica, non limitata entro le
letture della critica specialistica. Gli anni dello sviluppo industriale e del boom economico vedono in questo senso un parallelo proliferarsi della carta stampata: riviste e rotocalchi riccamente illustrati diventano accessibili a livelli popolari, disponibili e ineguagliabili per diffusione nelle case degli italiani. Milioni a colori. Rotocalchi e arti visive in Italia 1960-1964 di Mariella Milan, apparso nella collana «Biblioteca Passaré. Studi di arte contemporanea e arti primarie» di Quodlibet, restituisce attraverso quest'angolatura una messa a fuoco molto documentata sull'arte di tale periodo, una cronologia stretta ma significativa, che si colloca tra le due più discusse Biennali di quegli anni: tra i dibattiti su astrattismo e figurazione e l'awento della Pop art. Attraverso lo spoglio sistematico di quindici settimanali e tre mensili, selezionati valutandone diffusione, orientamento politico e culturale per restituire uno spettro il più possibile completo, affiorano le vicende e i dibattiti sull'argomento, che vengono affrontati non solo in maniera cronachistica, ma anche attraverso le voci della critica più nota del tempo con un linguaggio che deve «parlare» a un pubblico ampio, di non addetti ai lavori. Ed ecco allora che, accanto alla messa in discussione dei materiali dell'arte contemporanea, si affiancano storie più inaspettate, come le opere informali realizzate dalla scimmia Toy esposte in una galleria milanese nel 1961, o ancora il tentativo di strumentalizzare politicamente il successo di Robert Rauschenberg, all'indomani del gran premio per la pittura alla Biennale del 1964.