Recensioni / Matti di Milano e Bologna

[…] Tanto per rimanere in tema di follia, è uscito da poco un breve e sfolgorante testo di Charles Nodier (1780-1844), scrittore preromantico (Tommaso Landolfi tradusse due suoi racconti), bibliofilo e altro ancora (critico letterario, entomologo, botanico, studioso dei sogni, ecc.), intitolato Bibliografia dei folli. Su qualche libro eccentrico (1835), curato da Jacopo Narros (fra i partecipanti al repertorio dei matti della città di Milano) per Note Azzurre, collana e-book di Quodlibet. Per libro eccentrico Nodier intende «un libro che viene fatto al di là di tutte le norme comuni della composizione e dello stile, e di cui è impossibile o molto difficile indovinare lo scopo, ammesso che sia capitato che l'autore avesse avuto per combinazione uno scopo scrivendolo». La lista dei folli di cui si occupa Nodier è ristretta ai folli ben accertati che non hanno avuto la gloria di fare setta (criterio che più tardi adotterà anche Raymond Queneau), tali sono ad esempio il frate domenicano Francesco Colonna, mirabile autore del visionario Hypnerotomachia Poliphili, illustrato da splendide xilografie e contenente geroglifici egiziani inventati, Guillaume Postel, Simon Morin, Jean Demons, Bluet d'Arbères, Antoine Gaillard, nonché Cyrano de Bergerac di cui Nodier, contro il giudizio sprezzante di Voltaire, riabilita la burlesca audacia. Il testo di Nodier, come osserva Narros, è importante perché inaugura gli studi sui folli letterari che sfoceranno nell’ampio e formidabile lavoro di Queneau, solo di recente edito: Aux confins des ténèbres. Les fous littéraires (Gallimard, 2002).