Forse il modo migliore di conoscere una storia è ascoltarla attraverso
la voce dei suoi protagonisti, la storia del Superstudio prende forma
attraverso le parole dei tre architetti che più degli altri hanno contribuito alla formazione di
un pensiero che trae origine dalla realtà piuttosto che da un'utopia
astratta. Gabriele Mastrigli In racconta molto bene nella sua
introduzione al volume, gli aspetti più importanti del lavoro del gruppo
radicale fiorentino riguardano due componenti essenziali del fare
architettura che oggi sono molto importanti per chi concepisce questa
materia come una forma di pensiero, qualcosa che va oltre alla pratica
del costruire.
"Da un lato l'invenzione narrativa come vera e propria prassi
progettuale; dall'altro la critica sprezzante al ruolo dell'architettura
nella società contemporanea, sino alla messa in discussione dei suoi
stessi fondamenti dell'architettura e attraverso di essa della società".
I discorsi per immagini costruiscono prima di tutto un immaginario
attraverso il quale prefigurare un sistema di vita, che nel corso degli
anni prende forma anticipando situazioni molto evidenti
nell'architettura contemporanea. Questo tipo di narrazione è da una
parte metodo. dall'altra necessità espressiva di considerare
l'architettura qualcosa di più di una semplice disciplina tecnico-artistica.
Non è un caso che l'avventura del Superstudio si concluda con la frase
emblematica "l'unica architettura sarà la nostra vita", perchè è proprio
la vita dei suoi protagonisti a essere in quello che resta la cosa più
importante, la traccia di una passione, di una dedizione costante al
racconto dell'architettura. Rappresentazione dunque e critica del
sistema si fondono in un pensiero coerente che consacra prima la loro
radicalità per poi storicizzarla, rendend il loro lavoro oggi ancora
attuale e ricco di contenuti progettuali. Grazie a questo libro di
Mastrigli e alla sistematizzazione di tutta la loro produzione raccolta
in un volume di prossima pubblicazione, ci è permesso ripercorrere il
progetto di vita del Superstudio, la sua architettura, fornendoci gli
strumenti per continuare a progettare il mondo in cui viviamo.
Le interviste raccolte in questo volume sono l'inizio della storia che
inevitabilmente comincia da un viaggio nella memoria che Adolfo
Natalini, Cristiano Toraldo di Francia e Piero Frassinelli intraprendono
in parallelo, mostrandoci linee comuni ma anche disaccordi, rendendo
evidente come il lavoro di un gruppo formato inoltre da Roberto e
Alessandro Magris e Alessandro Poli non sia mai fatto da singolarità ma
da un procedere lento, in cui ognuno aggiunge qualcosa all'idea
dell'altro, un confronto dialettico, andare avanti per poi tornare
indietro senza mai perdere la voglia di costruire un progetto comune.
Come nell'installazione La moglie di Lot della Biennale di Venezia del
1978 è chiaro che l'architettura sta al tempo come il sale sta
all'acqua. L'architettura è solubile nel tempo come il sale è solubile
nell'acqua. In questa metafora che agisce su livelli diversi il progetto
rafforza il suo significato, riuscendo allo stesso tempo ad essere
presente allo scandire del tempo e ad annunciare che molte delle utopie
di quegli anni avevano raggiunto un punto in cui il reale avrebbe preso
il sopravvento sulla potenza delle idee, che il tempo non avrebbe
cancellato. Prova evidente la perfetta attualità di quest'installazione a
distanza di anni come se tutte le domande non potessero avere una
risposta oppure che le risposte fossero tutte lì, nel recupero e nella
coscienza della propria capacità progettuale rimasta intatta allo
scorrere del tempo.
Mastrigli ce lo racconta nel modo migliore guidando in punta di piedi le
tre interviste, che lavorano su un doppio piano, da una parte creano il
contesto e affrontano le stesse tematiche attraverso uno sguardo
soggettivo, da un'altra scavano nei significati del loro lavoro
guardandolo con distanza e trattandolo in modo oggettivo, come un
modello di ricerca.
I tre protagonisti di questo racconto analizzano il proprio lavoro alla
luce della propria esperienza all'interno del gruppo, dimostrano come i
progetti si siano formati seguendo le loro singole personalità,
attraverso un continuo dialogo e scontro, ognuno aggiungendo un piccolo
pezzo in più alla storia raccontata dall'altro.