Recensioni / In un fantastico Stato

L'Atlante delle micronazioni. Terre di utopisti e picchiatelli.

 

Avrebbe potuto scriverlo Borges – autore di un Trattato di zoologia fantastica – questo repertorio di geografia altrettanto fantastica intitolato Atlante delle micronazioni (Quodlibet, pagg. 378, euro 16,50). Ci ha pensato invece Graziano Graziani, uno dei conduttori di "Fahrenheit", la popolare trasmissione pomeridiana di Radio3 Rai.

Sì, ma cos'è una "micronazione"? È un piccolo e più spesso minuscolo Paese che gli altri Paesi, e a maggior ragione le organizzazioni internazionali, si ostinano a non voler riconoscere. Si tratta a volte di Paesi puramente virtuali, senza un metro quadrato di territorio, che esistono solo nella fervida mente dei loro inventori e in qualche sito di quella caotica biblioteca di Babele che è il Web. Sono stati fondati da utopisti, avventurieri, speculatori, artisti, sognatori e picchiatelli. Costituiscono, nel loro insieme, il cosiddetto "quinto mondo", espressione che rimanda fatalmente al "quinto quarto" della cucina romana.

Graziani ha censito una cinquantina di micronazioni, quasi tutte ancora in vita. Tra quelle scomparse, la famosa Isola delle Rose, un'isola artificiale costruita nel 1966 al largo di Rimini dall'ingegnere Giorgio Rosa, aperta al pubblico nel 1967 e subito sospettata di ogni genere di illeciti. Venne fatta saltare nel giugno del 1968, due mesi dopo la dichiarazione di indipendenza, da sommozzatori della marina militare italiana. Alla vicenda Walter Veltroni ha dedicato nel 2012 un romanzo un po' sconclusionato – L'isola e le rose  – che mescola realtà e fantasia.

VIVO E VEGETO è invece il Libero territorio di Mapsulon, i cui confini coincidono con quelli della frazione di Maresca, nell'Appenino pistoiese.

Dopo la proclamazione d'indipendenza, nel settembre del 1996, ha bandito le automobili e smantellato l'asfalto, ha oscurato la televisione ed ha eliminato i collegamenti telefonici internazionali. Ha anche dichiarato eroe nazionale il calunniato Maramaldo e concesso la cittadinanza onoraria a Saddam Hussein. Se andate a Maresca, ci trovate però solo una tranquilla e normalissima località di villeggiatura, perché Mapsulon è di Maresca la faccia nascosta, la dimensione fiivolosa, il doppio onirico.

A CIASCUNA micronazione Graziani dedica un'ampia scheda che ne ripercorre la storia, ne ricorda i padri fondatori e ne illustra gli ideali e gli intenti, non sempre nobili. Ci informa inoltre sulla relativa superficie, il numero degli abitanti (compresi tra zero e cinquanta milioni), la forma di governo, la bandiera, la lingua ufficiale e la valuta. Già, perché non è raro che questi Paesi disconosciuti battano moneta: il dollaro del principato di Sealand, un'isola del Mare del Nord, vale per esempio quanto quello statunitense; il "luigino" del principato di Seborga, nell'entroterra di Bordighera, di dollari ne vale almeno sei; l'örtug del principato di Ladonia, in Svezia, vale dieci corone; la moneta del principato virtuale di Lizbekistan, che porta il singolare nome di "capezzolo", ha un valore ancorato a quello di un pacchetto di Marlboro. Non sembrano monete da investirci un patrimonio. E meno comune, invece, che le micronazioni abbiano una propria lingua ufficiale, lingua che non coincide per forza con quella parlata: l'esperanto nell'Isola delle Rose e nella repubblica di Molossia, in Nevada; l'interlingua nel regno di Elleore, nell'omonima isola danese; il sarkese, un antico dialetto normanno, nell'isola di Sark, nel canale della Manica.

Leggendo le storie eccentriche, romanzesche e spesso in bilico tra dramma e farsa di questi fantomatici Paesi, apprendiamo che un buon numero dei loro fondatori era ed è animato da sentimenti universalisti, umanisti, pacifisti, ecologisti, libertari e ultraliberisti. Dopo di che lascia un po' perplessi il fatto che ben venti microstati su cinquanta si proclamino imperi, regni, principati e signorie, e che delle diciannove repubbliche residue, undici siano repubbliche presidenziali. Perfino il Gay & Lesbian Kingdom of the Coral Sea Island, la micronazione Lgbt fondata nel 2004 nel Mar dei Coralli, è retta da un monarca, l'"imperatore" Dale I. Segno che anche gli anarchici più convinti hanno bisogno di sudditi.

 

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