Recensioni / Ritratto di Burri. L'amicizia è critica

La foto che lo raffigura nel 1957 giovane critico di belle speranze è dell'uomo al quale oggi Enrico Crispolti rende omaggio con il suo Burri esistenziale. Un ritratto fresco, loquace. Scattato da Alberto Burri (1915-95) nel suo studio a Roma, nell'anno in cui il critico romano per la prima volta scriveva di lui. «Le bruciature sono veramente i relitti e le impronte di un fuoco che ha distrutto e ucciso», annotava Crispolti. Ed ecco allora la chiave "esistenzialista" che il curatore, Luca Pietro Nicoletti, ha dato al libro nel raccogliere i 21 scritti di Crispolti. Il racconto fortunatamente si apre con un'intervista in cui Crispolti restituisce a Burri un ritratto altrettanto vivido e sincero. A volte, severo. Descrive la passione per la caccia, il bersaglio crivellato di colpi nello studio sulla Salaria, l'incontro lì con il funambolico Dalì, la proverbiale ritrosia a parlare del lavoro. Spietata la critica che però Crispolti fa del Burri post anni '80: «Uno shock negativo». Perché a un amico, se è tale, non si tacciono le critiche.