Recensioni / L'eccidio fascista in un fumetto. Il racconto di dolore dell'artista

Ravenna. Per platea gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, per palcoscenico la galleria Ninapì: Stefano Ricci, illustratore, disegnatore e fumettista di fama internazionale alle prese con l’allestimento della mostra Avvistamenti, ha raccontato ieri mattina la genesi del proprio lavoro e ha aperto uno squarcio inedito sulla propria vita di artista e sulla storia recente della città. L’evento atteso domani alle 18 e a cura di una coppia inedita di ravennati, Luca Donelli avvocato penalista, e Gianfranco Tondini, regista e scrittore. Ricci, bolognese di nascita, ha in realtà un legame stretto con Ravenna, da qui proviene la famiglia paterna protagonista di un evento tragico. Dopo aver pubblicato oltre trenta libri, collaborato con compagnie teatrali, con una docenza al Dams di Gorizia e ad Amburgo, Ricci si divide fra l’Italia e la Germania dove vive, dice, affacciato sul Mar Baltico. Fra le opere esposte in mostra anche le tavole di un libro di Ricci, La storia dell’orso edizioni Quodlibet, che prende le mosse dalla recente storia dell’animale che per alcuni mesi attraversò i confini tra Italia, Slovenia e Germania, braccato da un gruppo scelto di cacciatori incaricati di ucciderlo. Il libro prende presto l’aspetto del diario dove convergono anche immagini e ricordi personali dell’artista. «La storia di Bruno – spiega Ricci – diventato la bestia nera mi ha colpito profondamente, mi sembrava di tenerlo in vita disegnandolo. Ero ossessionato. Poi ho sognato mio padre, ed era lui che voleva uccidere l’orso. Così è emersa la storia familiare di mio nonno gerarca fascista, appartenente alle brigate nere, che ebbe un ruolo nell’eccidio del Ponte degli Allocchi, dove morirono 12 persone, 10 fucilati e 2 impiccati (Lina Vacchi e Umberto Ricci, ndr). Stavo lavorando sul tema della colpa. Sapevo di questa storia, ma nessuno me l’aveva davvero raccontata. Non volevo la verità storica, mi interessava sentire le regioni che si era dato. Mio padre aveva 15 anni e la sua famiglia viveva davanti al Ponte degli Allocchi. Mio nonno fu condannato a morte e mio padre subì una condanna al carcere. Per me è molto importante presentare questo lavoro a Ravenna. Il racconto è diventato un capitolo del libro». Per gli studenti dell’Accademia, seguiti dalla coordinatrice Paola Babini e dal docente di pittura Andrea Chiesi rimane il tempo di ascoltare gli insegnamenti dell’artista bolognese, fra arazzi e disegni esposti, dalle tecniche usate, al processo creativo, al legame fra disegno e animazione.