Recensioni / La "Vita vera" di Beppe Viola, non solo un giornalista sportivo

Gli attenti lettori delle pagine sportive di questo giornale non hanno perso l'appuntamento, venerdì scorso, con l'ampio spazio dedicato al torneo di calcio giovanile che va in scena ad Arco, Trentino, ed intitolato a quel grande personaggio a tutto tondo – chiamarlo solo giornalista sportivo sarebbe riduttivo – che fu Beppe Viola. Con dovizia di particolari Luca Pianesi ci ha raccontato vita, opere e precoce morte dell'irriverente Beppe. Ed ha accennato pure alla collaborazione che per anni portò Viola a firmare una seguitissima rubrica su «Linus», mensile di fumetti e non solo. Bene. Sappiate che da qualche mese una pattuglia di seguaci del beppeviolapensiero ha fatto sì che tutti i testi di quella rubrica tornassero nella disponibilità di lettori curiosi, mai sazi di vite vere, ché vita vera fu quella di Beppe Viola (26 ottobre 1939 - 17 ottobre 1982) e Vite vere compresa la mia è il titolo dell'imperdibile libro edito da Quodlibet. Doverosa spiegazione: il volume riprende la prima edizione, settembre 1981, quando Viola era ancora in vita, con la prefazione di Enzo Jannacci. La nuova edizione, fresca di stampa e di un successo inatteso nelle dimensioni, ripropone anche la copertina con il ritratto che Altan fece di Viola. Non solo. Recupera altri sette testi scritti da Viola per «Linus» che non comparivano nel 1981 e aggiunge un'introduzione di Stefano Bartezzaghi (con immancabile citazione enigmistica) e un capitolo – A Milano con Beppe Viola – nel quale Gino Cervi, attento curatore del libro, ci restituisce l'ippodromo terra di storie e scommesse senza fine e lo stadio (entrambi: San Siro), i tram e il Derby nel senso di cabaret, le redazioni e la sede Rai. Già. In Rai Viola resterà per oltre vent'anni senza mai ottenere nessun avanzamento, neppure uno scattino, nel mentre – tipico costume Rai – giornalisti prossimi all'analfabetismo si producevano in prodigiose carriere. Lo stesso Viola, il 3 dicembre 1979, scrive alla dirigenza Rai e, con stile inimitabile, sentenzia: «Dal 1962, data ufficiale della mia assunzione, ad oggi senza nemmeno un saltino. Sono convinto di essere recordman e ciò mi rende orgoglioso». E orgogliose siano le terre alte dolomitiche, per aver saputo onorare al meglio il nome di Beppe Viola.

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